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Siamo ancora nel vivo della Seconda Guerra Mondiale. Nel campo di concentramento di Bolzano, Guglielmina, la protagonista, consuma la sua vita con dolore condividendo per lunghi mesi, con altre migliaia di prigionieri, pericoli, disagi e privazioni continue. È stata arrestata a Torino dalle SS come ostaggio e porta sul petto della divisa da prigioniera il triangolo rosso che, dopo quello giallo, è ritenuto dai tedeschi il più pericoloso. Anche se l'esperienza di Guglielmina è in parte romanzata, l'autrice ci vuole ricordare, avendola patita in prima persona, che la malvagità e l'ingiustizia dell'uomo sono sempre presenti e il ricordarle deve essere un monito per tutti noi.